Per il primo articolo del mio blog, la scelta è stata quasi obbligata. Hai notato il nome del mio sito, no? La “doppia virgola” non è altro che quella usata per creare… gli incisi! Partire subito con questo argomento mi è sembrata un’ottima idea.
La virgola, però, non è l’unico segno di punteggiatura con cui è possibile creare gli incisi. Ce ne sono altri e avrai modo di scoprirli all’interno dell’articolo.
Bene, direi che possiamo iniziare. Buona lettura!
Che cos’è un inciso e a cosa serve
Un inciso è, molto semplicemente, qualcosa che irrompe nella frase e ne spezza la continuità. Nulla di troppo complicato. Chi scrive può aver bisogno di interrompere il discorso per approfondire, fare una digressione o specificare qualcosa. E da qui, ecco spiegato il suo utilizzo.
Può essere del tutto indipendente rispetto alla frase principale (aggiunge informazioni senza cambiare il contenuto della frase ospitante); oppure può avere un rapporto di coordinazione o subordinazione con la frase principale.
Facciamo qualche esempio!
Inciso indipendente dalla principale:
“Quando tornò da quell’incontro, il suo atteggiamento, chissà per quale strano motivo, era completamente diverso.”
L’inciso aggiunge alcune informazioni alla frase principale; togliendolo, però, il senso non cambia e rimane comunque chiaro: “Quando tornò da quell’incontro, il suo atteggiamento era completamente diverso”.
Inciso dipendente dalla principale:
“Non sto dicendo – anche se non mi sento di escluderlo – che tu abbia sbagliato.”
In questo caso, l’inciso ospita un’informazione fondamentale per il senso complessivo della frase; togliendolo, infatti, il significato cambia: “Non sto dicendo che tu abbia sbagliato” (manca l’inciso che, in realtà, smentiva in parte questa affermazione).
Chiarito questo punto, vediamo i segni di punteggiatura con cui è possibile creare un inciso: la virgola, il trattino e la parentesi. Nel caso di incisi semplici, questi segni si possono scambiare con una certa facilità:
“Anna, l’amica di cui ti ho parlato, è arrivata.”
“Anna – l’amica di cui ti ho parlato – è arrivata.”
“Anna (l’amica di cui ti ho parlato) è arrivata.”
Esistono però dei criteri per preferire l’uno o l’altro, in base al contesto e al modo in cui vogliamo trasmettere l’informazione contenuta nell’inciso.
Inciso con la virgola
L’inciso con due virgole è, forse, quello più comune. L’incisione risulta meno profonda e perfettamente integrata con il resto della frase: potremmo dire che, tra tutti, è quello meno invasivo. Si rivela molto utile per isolare un’informazione in una maniera graficamente più leggera.
Il suo utilizzo concreto è davvero molto ampio. Può, per esempio, contenere una congiunzione, un avverbio o una locuzione avverbiale.
“I fatti, dunque, erano chiari a tutti.”
“Dopo il caffè, di punto in bianco, se ne andò.”
Ma può anche contenere un commento o un breve giudizio su quanto è stato detto nella frase principale.
“Il suo comportamento, non serve neanche dirlo, è stato riprovevole.”
“Qualche anno fa, senza pensarci troppo, ho deciso di trasferirmi.”
Ancora, si può utilizzare per isolare strutture un po’ più complesse, per specificare qualcosa.
“Anna, ormai esasperata dal comportamento inopportuno del figlio, non sa più cosa fare.”
Oppure, può essere utile per contenere un altro inciso costruito con le parentesi.
“Hanno detto, anzi (a voler essere davvero onesti) lo abbiamo saputo per caso, che l’azienda chiuderà.”
Infine, possiamo anche trovare più incisi all’interno della medesima frase. In questo caso, occorre prestare attenzione al modo in cui la si costruisce, perché il rischio di creare confusione è elevato.
“Ciò che ha detto, in riferimento a quanto accaduto, cioè alla sua rottura con Anna, avvenuta il mese scorso, mi ha procurato molto dispiacere.”
Inciso col trattino
L’inciso con due trattini si trova in una posizione intermedia: è un po’ più invasivo rispetto a quello creato con le virgole; lo è un po’ meno rispetto a quello creato con le parentesi.
Prima di tutto, però, una precisazione molto importante: il trattino corretto da utilizzare per gli incisi è quello medio (–); da non confondere – come spesso accade – con il trattino breve (-), che ha invece la funzione di unire due parole o numeri.
Il trattino degli incisi, poi, deve sempre avere uno spazio sia alla sua sinistra sia alla sua destra (tranne quando è seguito da una virgola).
Anche in questo caso, può contenere precisazioni o commenti.
“L’estate scorsa – quando sono andati in vacanza per tutto il mese di luglio – si sono divertiti moltissimo!”
Rispetto alla virgola, però, è più utilizzato quando l’autore vuole inserire commenti in prima persona su quanto sta dicendo.
“Questo articolo – il lettore lo avrà già capito dal titolo – parla dei vari modi in cui è possibile creare gli incisi.”
Volendo e in base alla struttura della frase, al trattino di chiusura può anche seguire una virgola (in questo caso, senza lasciare uno spazio tra il trattino e la virgola).
“Non so dire quanto sia durato quell’incontro – forse qualche ora o poco più –, ma il tempo è volato.”
Prima di passare all’inciso con le parentesi, c’è ancora una piccola cosa che voglio chiarire. Conosci l’inciso cieco con trattino? È una particolare costruzione in cui il trattino svolge, a seconda dei casi, la funzione della virgola, dei due punti o del punto e virgola.
In pratica, è un inciso a cui manca il segno di chiusura perché “assorbito” dal punto a fine frase.
“È stato in quel momento che ho capito tutto – o quasi.”
“È stato in quel momento che ho capito tutto – mi stava mentendo.”
“È stato in quel momento che ho capito tutto – per non so quale motivo non ci ho pensato prima.”
Inciso con la parentesi
Utilizzando le parentesi, l’inciso è graficamente molto più invasivo. È adatto a contenere informazioni accessorie e meno essenziali rispetto alla frase in cui è inserito, ma nella pratica il suo utilizzo è piuttosto ampio. Vediamo subito alcuni esempi.
Può essere una variante dell’inciso con la virgola.
“Da quel momento (che entrambi ricordiamo bene) è iniziato tutto.”
Può contenere un intervento diretto dell’autore.
“Questo articolo (il lettore lo avrà già capito dal titolo) parla dei vari modi in cui è possibile creare gli incisi.”
Può aggiungere, specificare o approfondire qualcosa.
“La prima impressione che ho avuto di lui (una persona scontrosa e poco incline al dialogo) si è rivelata sbagliata.”
Può racchiudere frasi più complesse e articolate, in cui sono presenti altri segni di punteggiatura.
“In quel momento (è stato lì che ho capito tutto: mi stava mentendo – e, a dire il vero, nemmeno molto bene – da giorni ormai) ho deciso di andarmene.”
Bonus: inciso brevissimo!
L’inciso, per essere definito tale, non deve rispettare una certa lunghezza. Di solito le informazioni al suo interno sono più o meno articolate, ma può contenere anche una sola parola. Hai già avuto modo di vedere qua e là, all’interno dell’articolo, alcuni esempi di questo tipo.
Si tratta di incisi brevissimi che costringono il lettore a rallentare, anche se di poco. Nient’altro che una scelta stilistica da valutare, caso per caso, se utilizzare o meno.
“Cosa sarà successo, poi, quando ce ne siamo andati?”
“Cosa sarà successo quando ce ne siamo andati?”
“Ogni cosa, alla fine, si è risolta.”
“Ogni cosa si è risolta.”
“Non mi hai detto, però, che l’avresti chiamato.”
“Non mi hai detto che l’avresti chiamato.”
In conclusione, quale segno scegliere?
Dipende dai casi. Non è solo una questione di gusto personale di chi scrive, ma come indicazione generale è bene sempre valutare un’eventuale compresenza con altri segni.
Se, per esempio, una frase è già piena di virgole, useremo parentesi o trattini medi per gli incisi; o, ancora, la scelta potrà dipendere da questioni di coerenza tipografica (se utilizziamo il trattino medio come indicatore grafico del discorso diretto, per gli incisi potremo usare le virgole o le parentesi).
Spero che questo articolo sia stato utile e che ti abbia aiutato a chiarire eventuali dubbi sull’argomento. Ti aspetto, se ti va, nei commenti!