fbpx

Quali sono gli incipit da evitare?

Incipit da evitare

Non si giudica un libro dalla copertina. Lo sappiamo. Ma vale lo stesso anche per l’incipit? Le prime righe di un romanzo sono importantissime. È lì che ti giochi la possibilità di incuriosire il lettore e di farlo appassionare alla tua storia.

Scrivere l’incipit – o meglio, scriverlo bene – non è semplice. Con le giuste accortezze, però, è possibile evitare di commettere alcuni errori. Quali? Lo scoprirai all’interno di questo articolo! Buona lettura!

Che cos’è l’incipit? 

L’incipit è l’inizio della storia, quelle prime dieci righe – o poco più – in cui il lettore abbandona il mondo reale per immergersi in quello creato da te. Potremmo dire, le parole che scegli per accoglierlo.

Hai mai sentito parlare del patto narrativo? Si tratta di quell’accordo non scritto tra autore e lettore, con cui quest’ultimo si impegna a partecipare alla finzione narrativa. E quale pensi possa essere il luogo – primo fra tutti – in cui si pongono le basi di questo accordo? L’incipit, naturalmente!

Ecco perché è estremamente importante scegliere con cura il modo in cui iniziare il proprio romanzo. In quelle poche righe, infatti, il lettore comincia a farsi un’idea di cosa lo aspetta, di che tipo di storia, personaggi, ambientazione e stile ha di fronte a sé. Detto in altre parole, si chiederà: “Vale la pena di continuare a leggere?”.

Quali caratteristiche deve avere?

Se lo scopo dell’incipit è quello di convincere il lettore a seguirti nella storia che hai deciso di raccontare, allora è bene tenere a mente un paio di indicazioni generali e sempre valide.

L’incipit deve essere in grado di cogliere un momento della vicenda forte abbastanza da smuovere la curiosità e l’interesse del lettore, gettando le basi per una costruzione credibile del mondo narrativo. Che, attenzione, non vuol dire anticipare troppo o svelare tutto il romanzo in poche righe.

L’incipit, però, deve essere in grado di farci capire dove ci troviamo, chi narra la vicenda, quale azione sta muovendo il personaggio e quando accade questa azione. O comunque, deve rispondere a buona parte di queste poche domande.

Alcuni esempi di incipit da evitare

Ci sono incipit ormai troppo abusati, che hanno perso la loro forza e la loro efficacia. Perché quando il lettore se li trova davanti, ha la sensazione di averli “già visti”. Mancano di originalità e si perdono tra tanti altri fin troppo simili.

Ci sono anche i casi in cui l’incipit svela troppo: l’intento dell’autore, di solito, è quello di ingolosire il lettore sganciando subito la bomba. Questo va bene a una condizione: si deve capire che una bomba c’è, ma non deve esplodere già nelle prime righe.

Non sono rari nemmeno gli incipit che descrivono nel dettaglio qualsiasi particolare, togliendo al lettore tutto il divertimento e privandolo della sua immaginazione – forse per il timore di non essere, altrimenti, abbastanza chiari.

Fatta questa breve premessa, analizziamo alcuni incipit da cui è meglio tenersi alla larga.

L’incipit del risveglio

È quello che inizia descrivendo le azioni che una persona compie nel momento in cui si sveglia. Di per sé non è sbagliato, ma lo diventa nel momento in cui viene riempito di luoghi comuni. Il classico esempio è quello di un raggio di sole che filtra tra le persiane. O ancora, di un brusco risveglio causato dal suono della sveglia. Più che sbagliato, potremmo definirlo noioso.

Solitamente, incipit di questo tipo sono pieni di descrizioni ovvie e scontate. Ma ricorda: efficacia e originalità sono caratteristiche importantissime.

L’incipit identikit

Partire dalla biografia del protagonista può essere una buona idea. È un modo per far sì che il lettore lo conosca fin dalle prime righe. C’è un errore, però, commesso molto spesso dagli autori alle prime armi: l’effetto identikit. Si tratta di incipit che iniziano in un modo simile a questo: “Mi chiamo Aurora, ho ventidue anni e adesso vi racconto la mia storia” (proseguendo con dettagli e descrizioni personali).

Spesso, ciò che spinge l’autore a iniziare il proprio romanzo in questo modo è la paura che il lettore non capisca cosa sta leggendo. E il risultato è quello di spiegare anche particolari che, invece, sarebbe meglio mostrare e lasciar intuire nel corso della narrazione, seminandoli qua e là fra le pagine.

L’incipit meteorologico

Questo incipit, oltre a essere abusato e noioso, il più delle volte è anche del tutto irrilevante. Le nuvole gonfie di pioggia, il sole che spacca le pietre, il cielo nero e minaccioso… Pochi esempi che rendono molto bene il concetto.

Ma quanto sono importanti, ai fini della narrazione, questi particolari? Quasi sempre la risposta è che non lo sono affatto. Quindi, meglio evitarli. Se il protagonista e la storia non hanno nessuna relazione con una precisa condizione atmosferica, perché scegliere proprio quest’ultima per dare il via al romanzo?

L’incipit spoiler

Questo, forse, è l’errore più grave. Il motivo è semplice: quando leggiamo un romanzo, è la curiosità che ci spinge ad andare avanti, pagina dopo pagina.

A molti autori piacciono gli incipit informativi, ossia quelli che forniscono al lettore alcuni dettagli importanti per capire dove sarà ambientata la storia e quali tipi di personaggi incontrerà nel corso nella narrazione. Lo scopo, appunto, è quello di informare il lettore, di offrirgli particolari utili per entrare nella vicenda. Fino a qui, tutto bene.

I problemi nascono, però, quando già nelle prime righe si anticipa troppo, rovinando tutta la sorpresa. Al contrario, un incipit di questo tipo deve limitarsi a smuovere la curiosità del lettore. Un po’ come quando guardiamo il trailer di un film. Il concetto è il medesimo.

In conclusione

Difficilmente l’incipit perfetto nasce al primo colpo. Più spesso, è il risultato di un lungo e minuzioso lavoro che viene svolto alla fine di tutto, quando hai un’idea precisa di cosa hai scritto e di come evolve la tua storia. È qui che puoi ragionare sul modo migliore per iniziarla.

L’ideale è cominciare a scrivere, senza troppe preoccupazioni. Parti da qualsiasi cosa ti venga in mente – avrai tempo di sistemarla in futuro.

Quando si parla di trucchi e consigli da mettere in pratica, poi, non tutti la pensano allo stesso modo. Secondo alcuni, basterebbe eliminare le primissime righe per migliorare il proprio incipit; secondo altri, le parti da tagliare dovrebbero essere tutte quelle che precedono il primo dialogo o la prima azione. La verità è che ogni storia è a sé e il modo in cui inizia può essere valorizzato in maniere molto diverse fra loro.


Prova ad approcciarti al tuo incipit con gli occhi di un estraneo, ti verrebbe voglia di girare pagina?

3 risposte a “Quali sono gli incipit da evitare?”

    • Ti ringrazio e ne sono felice! Comunque, in linea di massima, sì, perché l’obiettivo è il medesimo: coinvolgere il più possibile il lettore. Certo è che l’incipit deve essere funzionale alla struttura narrativa del racconto breve/brevissimo in cui i tempi sono stretti e tutto succede molto velocemente: per i racconti consiglio di iniziare in un momento il più possibile avanzato degli eventi, così la pressione sul protagonista è già molto forte e l’emozione è alta fin dall’inizio!

Commenti: