La scorsa settimana abbiamo parlato di quanto sia difficile scrivere un buon incipit, analizzando gli errori da evitare (vuoi recuperare l’articolo? Clicca qui). I problemi che nascono quando si ha a che fare con i dialoghi, però, non sono da meno. Anche in questo caso, infatti, il rischio di inciampare è sempre dietro l’angolo.
Ma perché scrivere un dialogo è così difficile? Be’, io credo che lo sia soprattutto perché, per scriverlo bene, non basta – come invece spesso si pensa – imitare la realtà. Bisogna sì ispirarsi a essa, ma al tempo stesso anche saperla rielaborare e riadattare. Ed è qui che tutto diventa più complicato.
In questo articolo, condivido cinque consigli che possono aiutarti a rendere migliori i tuoi dialoghi. Buona lettura!
Cos’è un dialogo e a cosa serve
Il dialogo è comunicazione. E il bello della comunicazione è che ha tante sfumature: può essere sincera e veritiera; può esserlo solo in parte, ingannando l’interlocutore; oppure, può essere piena di bugie, dette per i più svariati motivi. Poco importa.
Ciò che conta è che il dialogo è la comunicazione che porta avanti la storia. Ed è uno strumento utilissimo con cui è possibile, per esempio, rivelare il carattere dei personaggi, rendendoli vivi (davvero); farli discutere, animando la narrazione; esprimere i loro pensieri e punti di vista; dare più ritmo alle pagine (spezzando, per esempio, la lunghezza di una descrizione).
Il dialogo funziona, però, a una condizione: deve essere necessario, cioè contenere battute funzionali alla narrazione. Altrimenti, diventa inutile (per chi lo scrive e per chi lo legge). Passiamo ai consigli!
Guardati intorno
Il primo suggerimento che ti voglio dare per migliorare i tuoi dialoghi è quello di ascoltare le conversazioni reali delle persone. Prendi spunto da ciò che ti circonda!
Osservare il modo in cui le persone parlano fra di loro è utilissimo: ti aiuta, infatti, a rendere credibile e verosimile ciò che vuoi far dire ai tuoi personaggi. Non basta, però, semplicemente ascoltare. Occorre saper cogliere tutti gli aspetti di una conversazione: il ritmo con cui si svolge, il modo in cui gli interlocutori si interrompono a vicenda, oppure quello in cui cercano di manipolarsi o contraddirsi, i gesti che accompagnano a ogni reazione.
Tieni sempre le orecchie bene aperte, non puoi mai sapere quando sentirai qualcuno esprimersi nel modo che può servirti per un personaggio della tua opera!
Le parole giuste
Ho detto che prendere spunto dalla realtà va bene; riprodurla fedelmente, no. Perché il dialogo non deve limitarsi a imitare la realtà? Perché basarsi solo sul modo in cui ci esprimiamo a voce è qualcosa che non funziona sulla carta. Quando parliamo, tendiamo a divagare, spesso e volentieri perdiamo il filo del discorso, ripetiamo più volte gli stessi concetti e non ci limitiamo a dire le cose strettamente necessarie.
Il dialogo, invece, deve avere un senso in relazione al personaggio che lo pronuncia, allo scopo in vista del quale lo pronuncia e, più in generale, allo svolgimento della narrazione. Non importa quante volte dovrai riscriverlo, non fermarti fino a quando non sei certo di aver trovato le parole giuste.
Un piccolo trucco per capire se il tuo dialogo funziona? Leggilo ad alta voce! Questo esercizio ti aiuterà a capire se scorre bene o se, al contrario, ci sono problemi di ritmo.
Occhio al personaggio
Il dialogo è uno strumento potentissimo per rivelare molte informazioni sul personaggio. Dal modo in cui si esprime, infatti, possiamo intuire particolari interessanti: il tipo di istruzione ricevuta (se l’ha ricevuta), le sue esperienze di vita (quelle che hanno contribuito a formarne il carattere e la personalità), o, ancora, i suoi desideri e i suoi timori.
Che registro e che colloquialismi potrebbe utilizzare il tuo personaggio? Può darsi che abbia dei tic verbali? Si esprime sempre in modo formale? Commette errori di vario tipo? Quale linguaggio è coerente con la sua personalità? Queste sono solo alcune delle domande che ti puoi fare.
E da questi pochi esempi arriviamo al punto importante: devi conoscere i tuoi personaggi da cima a fondo, perché il modo in cui ognuno di loro si esprime deve essere distinguibile e riconoscibile. Diversamente, ti troverai di fronte a personaggi piatti e che sembreranno l’uno la copia dell’altro.
Scrivi tra le righe
Il dialogo è fatto di parole. Attenzione, però: è fatto di parole dette e non dette. Ed è fatto anche di gesti ed espressioni che accompagnano quelle parole. Hai mai sentito parlare del sottotesto? Si tratta di quella distanza tra ciò che pensiamo e ciò che diciamo. Vale per noi e vale per i personaggi di un romanzo.
Se, mentre stai passeggiando, incontri un tuo conoscente e lo saluti con affetto ma poi alzi gli occhi al cielo non appena se ne va, c’è una bella discrepanza tra ciò che hai detto e ciò che hai pensato in realtà.
Se ti presenti a un appuntamento e ti dichiari felice di essere lì ma controlli continuamente l’orologio perché non vedi l’ora che finisca, i tuoi pensieri non coincidono davvero con le tue parole.
Se assaggi del cibo che ti è stato offerto ed esclami: “È delizioso!” ma mandi giù il boccone ancora intero perché non ne sopporti il sapore, i tuoi gesti e le tue parole sono in contrasto con le tue emozioni.
Pensa a quanto può diventare interessante per il lettore un dialogo costruito in questo modo! Tieni a mente questo consiglio: inserisci tra le virgolette ciò che il tuo personaggio dice; usa le didascalie (cioè quella parte di testo che precede, segue o spezza una battuta di dialogo) per inserire il sottotesto. E ricorda che il divertimento nasce proprio quando testo e sottotesto non coincidono.
Anche il montaggio è importante!
Un dialogo acquista ritmo e dinamicità anche da un punto di vista visivo. Ecco, quindi, una breve indicazione utile: vai a capo per ciascun interlocutore e mantieni la didascalia con la battuta a cui si riferisce.
Il rischio da scongiurare è che il lettore non capisca più chi sta parlando. Se ti accorgi che questo rischio c’è e non sai in che modo intervenire, prova a spezzare la battuta inserendo nella didascalia qualche dettaglio riconducibile al personaggio che sta parlando.
Qual è la difficoltà maggiore che incontri quando devi scrivere un dialogo?