La gestione dei personaggi
Come rendere memorabili i tuoi personaggi? Sono loro che fanno la storia. È così. Con le loro azioni, con i loro pensieri, con le loro relazioni e con i loro dialoghi creano e mandano avanti la storia. Per questo motivo, è importante che funzionino e, soprattutto, che il lettore si ricordi di loro. Pochi o tanti che siano, i personaggi sono sempre più di uno e quando il numero cresce, le difficoltà aumentano.
Come presentare i personaggi al lettore, senza confonderlo e facendo in modo che se li ricordi tutti? Qualsiasi scrittore vuole rendere memorabili i suoi personaggi (non è vero?) e non è un’impresa impossibile. Partiamo da un presupposto fondamentale: un personaggio diventa indimenticabile quando è completo, vivo.
Non è un discorso di simpatia o antipatia, ma di caratterizzazione: più conosci il tuo personaggio, più sei in grado di attribuirgli caratteristiche uniche e verosimili, più il lettore se lo ricorderà. Va da sé che il protagonista (o i protagonisti) avrà una caratterizzazione più complessa rispetto ai personaggi secondari, ma in questo secondo caso puoi ripiegare su alcuni espedienti per renderli ugualmente unici e memorabili. Ed è proprio di questo che parleremo nel corso dell’articolo.
Prima, però, presta attenzione a un errore molto frequente: non presentarli mai tutti insieme! Evita il cosiddetto effetto “lista della spesa”, non serve a niente ed è estremamente dannoso perché, oltre ad annoiare, crea una gran confusione.
Sfrutta il personaggio principale
Se ti dovesse capitare di dover mostrare, in un tempo ristretto, molti personaggi, potrebbero nascere alcuni problemi. Facciamo questo esempio: il tuo protagonista viene invitato a una festa e lì dovrà incontrare, per esigenze narrative, quattro o cinque personaggi. Come fare? La presentazione non può essere uguale per tutti, altrimenti come farà il lettore a ricordarsi di ognuno di loro? In fin dei conti, sono soltanto dei nomi.
La parola da tenere a mente è reazione. Non limitarti a descrivere delle banali e anonime presentazioni, perché otterrai l’effetto lista della spesa di cui abbiamo parlato poco fa. Cerca, invece, di fare in modo che, mentre si incontrano, il protagonista reagisca a un altro personaggio (o viceversa): così facendo, stai preparando il terreno per creare un conflitto che – presto o tardi – esploderà. E il gioco è fatto!
In effetti, se ci pensi, anche nella vita di tutti i giorni, ci ricordiamo molto più facilmente di altre persone in base al modo in cui noi abbiamo reagito (alle loro parole, ai loro gesti, ai loro comportamenti e così via).
Aggiungi una caratteristica unica
Un altro trucco per far sì che i personaggi non siano tutti uguali è attribuire loro una caratteristica peculiare: un’abitudine più o meno bizzarra, una qualità fisica più o meno insolita, un intercalare o, ancora, un tic distinguibile.
Le caratteristiche che scegli per i tuoi personaggi sono ciò che li rivelano, che li fanno conoscere al lettore e che li rendono quelli che sono. Attenzione quindi a non scegliere una caratteristica qualsiasi – giusto per attribuirgliene una. Deve trattarsi di qualcosa di significativo, non casuale. Inoltre, prendiamo l’esempio dell’intercalare, non basta attribuirglielo una volta e poi dimenticarsene: va usato ripetutamente (dosato nel giusto modo) per far sì che il lettore, quando lo incontrerà, lo assocerà naturalmente a quel personaggio.
Evita i nomi troppo simili
Questa è una breve – forse anche scontata – ma indispensabile precisazione: non usare per i tuoi personaggi nomi troppo simili tra loro o che suonino in modo molto simile. Maria e Marina, Chiara e Clara, Isabella e Rossella sono solo alcuni esempi. Soprattutto se questi personaggi si trovano spesso insieme, il rischio che il lettore faccia confusione è estremamente alto. Una combinazione di nomi, probabilmente, è la scelta migliore: alcuni comuni, altri insoliti; alcuni più lunghi, altri più corti.
Rendili protagonisti di una storia tutta loro
Quando in una storia ci sono molti personaggi, sicuramente il protagonista non avrà a che fare con tutti loro contemporaneamente e continuamente. Ci saranno capitoli in cui l’attenzione sarà spostata solo su qualche personaggio in particolare e, quindi, potrà passare diverso tempo prima che il lettore incontri di nuovo alcuni di loro.
Per evitare che, di fronte alla ricomparsa di un personaggio che dovrebbe già essere noto, il lettore si chieda: “E questo chi è?”, puoi creare per i singoli personaggi delle storie che si sviluppano lungo tutto il romanzo. Il vantaggio? Farai leva sull’effetto suspense e il lettore sarà in grado di ricordarli anche tra un’apparizione e l’altra.
Le due domande che ti devi fare
In conclusione, ti invito a riflettere su due questioni importanti. Perché è vero che un libro con personaggi che il lettore non ricorderà mai è un libro che ha già fallito in partenza, però è altrettanto vero che bisogna saper riconoscere l’importanza maggiore di alcuni personaggi rispetto ad altri e, di conseguenza, occorre dosare bene tutti gli interventi relativi alla loro caratterizzazione.
Serve davvero ricordarli tutti?
Alcuni personaggi possono semplicemente far parte della scenografia: sono lì per qualche motivo non importante ma semplicemente funzionale (alla storia, a un altro personaggio e così via) e non devono essere ricordarti per forza, specialmente se poi il lettore non avrà più modo di incontrarli durante il romanzo. Anzi, cercare di rendere memorabile un personaggio irrilevante crea solo una falsa aspettativa nel lettore.
Sono tutti necessari?
I consigli che hai trovato in questo articolo sono utili per gestire una moltitudine di personaggi (senza, nel frattempo, impazzire!). E va bene avere molti personaggi e farli interagire fra loro, però – se sono davvero molti – fermati un attimo e chiediti: “Sono davvero tutti necessari?”, se la risposta è no, fai una bella pulizia e non creare più personaggi del dovuto. Per una bella storia non servono molti personaggi, servono quelli giusti.
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